Nella poesia “Chi sono?” Palazzeschi traccia una sorta di autoritratto in cui afferma in maniera ironica e giocosa quale sia, a suo avviso, il ruolo del poeta e della poesia. E’ stata scritta in un periodo in cui l’Italia era in fermento per i cambiamenti sociali e tecnologici, rappresenta la ricerca dell’identità individuale in un mondo in continua evoluzione. L’identità del poeta e la sua collocazione sociale nel tempo spinge Palazzeschi a rifiutare i ruoli istituzionali in cui viene racchiusa la poesia e a confrontarsi direttamente con la realtà e con il mercato dell’arte.
Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana,
la penna dell’anima mia:
«follìa».
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore
la tavolozza dell’anima mia:
«malinconìa».
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c’è che una nota
nella tastiera dell’anima mia:
«nostalgìa».
Son dunque… che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Sono il saltimbanco dell’anima mia.
La domanda ironica e irriverente con cui la lirica inizia indica che Palazzeschi rifiuta il ruolo poetico tradizionale. Egli si interroga su chi sia veramente, cercando di definire la propria identità in un mondo in cui le tradizioni e le certezze del passato sembrano sgretolarsi. L’uso di immagini surreali e metafore suggestive contribuisce a creare un quadro diverso della realtà e delle molteplici sfaccettature dell’uomo. Palazzeschi si avventura nell’esplorazione di sé stesso, attraversando territori inesplorati e abbracciando il caos della contemporaneità. La soluzione alla domanda del titolo giunge alla fine, quando il poeta rivela la sua vera natura, la definizione più appropriata che Palazzeschi riesce a dare di sé, e in cui realmente si riconosce, è quella di saltimbanco, cioè un “acrobata che si esibisce nelle pubbliche piazze” in cambio di denaro. La poesia “Chi sono” riflette la tensione tra l’individuo e la società, tra la tradizione e l’innovazione, caratteristica del periodo futurista. Attraverso la sua esplorazione della propria identità, Palazzeschi offre una visione provocatoria e sperimentale del sé, sfidando le convenzioni e aprendo la strada a una nuova concezione della poesia e dell’individualità.