Questo è probabilmente l’articolo più atipico che abbia mai scritto fino adesso, ma fidatevi che ne vale la pena. Perché fare una Roleplay (o un gioco di ruolo) testuale è in realtà un ottimo allenamento per migliorare la propria creatività e le proprie abilità narrative.
COS’È LA ROLEPLAY TESTUALE E COME PUÒ AIUTARE
Partiamo dalle basi: cos’è la Roleplay testuale? La Roleplay testuale consiste sostanzialmente nella narrazione di azioni a cui poi uno o più giocatori dovranno o potranno interagire con le loro di azioni, in una catena narrativa che va mano a mano a creare vere e proprie storie, grazie alla collaborazione attiva di più persone.
Se fatta con le persone giuste, in grado di intrigare e spronare alla creatività, fare Roleplay può diventare una vera e propria palestra di scrittura. Permette di affinare la propria narrazione aggiungedo quanti più dettagli e linearità a ciò che si scrive, migliorare la propria fantasia nelle azioni che si fanno, ma soprattutto migliorare nella caratterizzazione dei propri personaggi (utile per chi scrive storie come hobby) e la loro psicologia e moralità. Fare Roleplay permette anche di creare le proprie storie con cui rendere partecipi altri giocatori, arrivando anche a raggiungere evoluzioni dei personaggi impreviste quanto ben apprezzate.
COME MIGLIORARE NELLA NARRAZIONE DELLA ROLEPLAY
Iniziare a fare Roleplay non è sempre semplice. E lo posso dire per esperienza. Io (così come probabilmente farete voi) sono partito con azioni monorigo, poco ispirate e dettagliate e che spesso erano divise soltanto dal cambio di formattazione del testo. Non erano presenti nemmeno virgolette per indicare i dialoghi o ritorni a capo. Il primo consiglio per iniziare, dunque, oltre a non fare come ho fatto io, è far sempre iniziare i compagni di gioco quando si è alle prime armi: osservare il loro stile e fare del proprio meglio per assimilare almeno le basi, cercando parallelamente di scrivere almeno quanto loro se possibile. Non dico di scrivere mille e passa caratteri di azione se il compagno di Role lo fa,ma cercate comunque di avvicinarvici quanto più possibile. È conveniente inoltre iniziare facendo Role con solo un’altra persona, in modo da non faticare a seguire il filone narrativo che si sta creando.
Un altro consiglio fondamentale è avere pazienza, in tutti i sensi. Non mettete fretta al vostro compagno di Role. Lasciatelo scrivere senza pressarlo e fate attenzione che il suo modo di scrivere non comprenda messaggi brevi e scaglionati che alla fine creano un’unica lunga azione. Se gli scrivete sopra troppo spesso senza cancellare poi le azioni potreste trasformare la Role in un caos. Abbiate pazienza anche con voi stessi. Permettetevi di fare errori a patto però di non ripeterli e di migliorarvi costantemente. Se rimarrete sempre al punto di partenza potreste diventare noiosi e nessuno vorrà ruolare con voi.
Infine, il consiglio più importante è di leggere tanto. Che siano libri, fumetti o altro più leggete più potrete migliorare il vostro stile narrativo anche al di fuori dello stile di Role altrui o trovare spunti di trama.
LA CREAZIONE DI PERSONAGGI
Ovviamente non si può ruolare se non si ha un personaggio da usare. Esistono due categorie di personaggi che si possono usare:
- OC,o Original Character. Gli OC sono, come dice il nome, creati di sana pianta dal giocatore, con una propria backstory e proprie abilità se lo si desidera. Vengono considerati OC anche personaggi ripresi da universi narrativi già esistenti, come i Pokemon. Gli OC richiedono obbligatoriamente la scrittura di una scheda che verrà fornita dallo “staff” che si occupa della cura dell’ambiente di Roleplay, della correzione e approvazione di personaggi e del mondo di gioco.
- Personaggi Canon. I personaggi Canon sono personaggi già esistenti che un giocatore (specie alle prime armi) può scegliere di immedesimare per comodità, come per esempio Super Mario o Goku di Dragon Ball. Nel corso della Roleplay i personaggi possono essere anche personalizzati con idee o tecniche originali, a patto però che ci sia un contesto dietro a tale originalità e che non ne sia abusata, prima di trasformare esso in quello che in gergo tecnico viene chiamato Mary Sue. Come gli OC, pure i Canon generalmente richiedono la compilazione di una scheda. Alcune Roleplay usano però anche metodi alternativi, come le wiki fatte dai fan di una serie.
In base al tipo di server, se il vostro personaggio presenterà qualche potere vi sarà inoltre richiesto di dare a questi poteri un qualche tipo di limite. Se per esempio il personaggio sarà in grado di lanciare fuoco dalle mani bisognerà specificare la distanza a cui le fiamme possono arrivare, la temperatura di esse e dare un tempo di durata e/o di ricarica al potere. È buona cosa provare a bilanciarsi da soli con i poteri, magari osservando pure le schede altrui, ma in caso qualcosa non vada bisognerà seguire le correzioni date dallo staff.
Per quanto riguarda la creazione di un OC con un universo narrativo 100% originale, ergo non Pokemon o simili, partite con trame semplici ed espandetele poco a poco, anche quando state già usando il vostro personaggio. Nessuno si aspetta che creiate già da subito trame complesse che comprendono ucraini ubriachi e Fey (Fate, ma tutto fuorchè riconducibili ai canoni di classici come Trilli) schiavisti, per dirne una.
COME CARATTERIZZARE IL PERSONAGGIO
Questo è probabilmente uno degli aspetti più difficili di tutta la Roleplay, ma anche uno dei più importanti: far trasmettere in Role il carattere del vostro personaggio. Prima di tutto un aspetto importante è definirlo nella propria testa e poi nella scheda: è un apatico? È coraggioso? È un sadico? Bisogna anche definire il suo allineamento morale, in modo da avere un’idea di come può reagire in situazioni particolari.
È fondamentale per ciò anche la backstory del personaggio, gli eventi più importanti della vita pre-Role di colui che presto andrete a ruolare. Possono essere momenti di eroismo, fenomeni paranormali o anche traumi. E se permettete un consiglio, puntate proprio sui traumi. Nulla è meglio di risollevarsi da un momento doloroso per temprare il carattere e la moralità del vostro personaggio. Insomma, guardate Batman! Nella sua piccolezza, cercate di renderla però quanto più dettagliata possibile. Può sembrare un controsenso, ma entrare nei dettagli non vuol dire per forza creare una trama complessa. Il mio primo personaggio in assoluto, un allenatore di Pokemon di nome Shu Yvonne, è partito con una trama alquanto semplice seppur in parte dettagliata, che poi solo recentemente ho espanso in Role.
Per trasmettere nell’effettivo il carattere è bene tenere a mente sempre i tratti sopracitati, anche a costo di rileggere più volte il carattere o la backstory nella scheda e farsi un’idea chiara. Nulla vieta però di scrivere le proprie azioni anche seguendo l’istinto o le emozioni che si provano sul momento. Evitate però di abusarne, o potreste perdere il controllo della caratterizzazione del vostro personaggio e andare Out Of Character (o OOC. Fuori dal personaggio).
È utile usare una tabella per gli allineamenti morali (con degli esempi di personaggi, possibilmente) per capire a quale allineamento il proprio personaggio appartiene.
TIPI DI ROLE A CUI SI PUÒ PARTECIPARE
Sostanzialmente, ci sono tre categorie di Roleplay a cui poter partecipare (quattro anzi… Diciamo però che il quarto tipo di Roleplay non è materiale da articolo scolastico) e con cui prendere dimestichezza, ognuna con un suo vantaggio:
- Roleplay “normali”: Role fatte in modo casuale, senza alcun motivo in particolare se non la voglia di ruolare o di introdurre un nuovo personaggio nel mondo del gioco. È utile per allenarsi nel mantenere la caratterizzazione del personaggio.
- Roleplay di Lore: Role svolte per approfondire o portare avanti la Lore (o la trama) di un personaggio, presentando alle volte scontri o piccole “quest” come Dungeon. È utile per migliorare la narrazione e la psicologia del personaggio.
- Roleplay di Combattimento (o Fight RP): Role che si concentrano attorno ad un combattimento, alle volte senza alcuno scopo se non testare o sbloccare poteri o la semplice voglia di un combattimento. È altrettanto utile per migliorare la narrazione, ma farne troppe non è consigliato.
COSE DA NON FARE IN UN AMBIENTE DI ROLEPLAY
Come in ogni attività che comprende l’interazione tra più persone, ci sono regole di buona educazione che è OBBLIGATORIO seguire per non diventare una spina nel fianco degli altri giocatori o dello staff che vi deve sopportare:
- Non portate personaggi troppo potenti: non c’è nulla di male di per sè a voler usare un personaggio dall’alto potenziale combattivo e dai forti poteri, come per esempio Sonic il Riccio. Ma cambia tutto quando si cerca di portare un Mary Sue di quelli che possono fare tutto, sanno tutto e non puoi nemmeno fare un’azione offensiva che il personaggio viene ridotto in cenere con un solo sguardo. Ricordatevi inoltre di dare sempre almeno un punto debole al vostro personaggio, almeno che non sia già sottinteso (per esempio il già citato Shu non ha punti deboli scritti perché è un semplice umano, fisicamente parlando).
- Non fate azioni autoconclusive: le azioni autoconclusive sono azioni “assolute” che sostanzialmente iniziano e finiscono con la scrittura di un solo giocatore. Seppur l’altro giocatore possa semplicemente fregarsene, è buona educazione evitare di fare azioni autoconclusive. Nel caso in cui, venendo trascinati dalla scrittura capiti di aver erroneamente scritto quella che può sembrare un azione autoconclusiva è consigliato inserire una semplice frase del tipo “a patto ovviamente che l’azione vada a buon fine” o cose di questo tipo.
- Non discutete le decisioni dello staff: essendo stato io stesso membro di uno staff che gestiva le Roleplay, vi chiedo gentilmente di NON discutere mai le correzioni che uno staff di una Roleplay vi dà. Lo staff non è vostro nemico, ma è lì per aiutarvi, senza nulla in cambio. Non farete altro che rendere a voi e a loro la vita inutilmente più complicata, e causare stress inutile ad un gruppo di persone per lo più vostre coetanee. Al più limitatevi a chiedere se si può trovare un compromesso, mantenendo toni civili, e solo se si può effettivamente fare discutetene.
- Non lasciate Role in sospeso: se avete aperta una Role e, magari per impegni personali o magari per noia l’avete mollata, non lasciatela in sospeso troppo a lungo. Avvisate se ci sono contrattempi o sforzatevi almeno di finirla, perché lasciare l’altra persona appesa ad un palo ad aspettarvi non solo non risolverà nulla, ma darà anche una pessima impressione.
- Non condividete dati personali: questo è più un consiglio personale che una regola di buona educazione, ma evitate di condividere dati personali o dare confidenza a tutti, specie persone con pessime nomee. Mantenete direttamente le distanze da queste persone. Come in ogni ambiente online anche nelle Roleplay ci sono persone tossiche, come pedofili o stalker. Nulla vieta di creare legami genuini con delle persone (i miei più stretti amici li ho incontrati facendo Role), ma siate selettivi e attenti con le persone con cui interagite.
In un anno di Roleplay ho visto e vissuto molte scene di mancanza di rispetto e di stress a causa di giocatori cocciuti o che provavano a fare i furbi, tanto che a dicembre sono pure crollato. Non siate come queste persone per piacere.
ROLEPLAY E CAMPAGNA: COSA CAMBIA DA DUNGEON & DRAGONS
È innegabile che, quando si parla di giochi di ruolo, una delle prime cose che venga in mente sia il suo capostipite: Dungeon & Dragons, il leggendario gioco da tavolo creato da Gary Gygax e Dave Arneson nel 1974. Quanto però le Roleplay testuali e le campagne di Dungeon & Dragons sono simili tra di loro? La risposta sorprendente è variegata.
Prima di tutto se nelle Roleplay la gestione della “partita” è a discrezione dei singoli giocatori, una campagna di D&D è gestita dalla figura onnisciente del Dungeon Master, che guida la progressione della storia. Anche la gestione dei personaggi è diversa. Se nelle Roleplay è tutto a discrezione del giocatore che crea la scheda o un OC ,in una campagna di D&D la Backstory di un personaggio (e alle volte anche il carattere) è decisa in partenza dal Dungeon Master e imposta al giocatore. Le interazioni pure possono essere controllate, grazie a parametri come la saggezza o l’intelletto che richiedono a discrezione del DM (Dungeon Master) lanci di dadi. I lanci si applicano anche ad azioni offensive e di combattimento in modo apparentemente macchinoso e richiedente l’applicazione di formule matematiche che tanto varrebbe farsi insegnare in classe. Nel pratico è più semplice di quanto appaia, ma non mi sorprenderei se vedendo certi calcoli da fare vi venga un po’ di panico.
Infine, l’ultima differenza sostanziale tra Role e Campagna è la lunghezza. Una Role lunga come un Dungeon (che tranquilli, in Role non obbliga ad usare la matematica) con giocatori attivi dura, per esperienza personale da Dungeon Master,massimo un mese e mezzo. La Campagna più breve di D&D dura un anno.
Seppur però queste differenze, giocare a Dungeon & Dragons non è così malvagia come idea. Doversi immedesimare in personaggi predefiniti può tornare utile per il discorso della caratterizzazione, e dal Dungeon Master si può sempre prendere spunto per idee di trama o magari per un proprio Dungeon stesso. Se ci si appassiona ai giochi di ruolo è un esperienza da provare almeno per una volta, solo però con un Dungeon Master di fiducia ed esperto.
DOVE FARE ROLEPLAY
Rimane un ultimo argomento da trattare, alquanto fondamentale: dove fare Roleplay testuali. Parlando a livello pratico l’opzione migliore è Discord, sia per la sua larga varietà di server in cui fare Roleplay sia per il bot Tupper, che permette di creare un massimo di 500 textbot differenti per scrivere con il rispettivo personaggio. Vi consiglio però di trovare un server piccolo ma attivo in cui fare pratica, e a tema multiverso così da avere quanta più libertà possibile nella scelta di un personaggio.
Esempio di creazione di un tupper di un personaggio. Basta mettere la frase o emoji predefinita (nel caso di questo personaggio di Player, la parola Skill) prima del testo e il bot ricaricherà il testo con sopra immagine e nome del Tupper.
In sostanza quindi fare Roleplay può essere un divertimento e un utile esercizio di scrittura e creatività, a patto di essere in un ambiente non tossico e di rispettare sempre delle regole di buona educazione.
Prima di chiudere l’articolo vorrei mostrare come fare Roleplay sia effettivamente utile, mostrando per quanto possibile alcuni momenti dei miei personaggi. Alcuni significativi per narrazione. Alcuni per caratterizzazione.
Occhi lucidi. Questa fu la prima reazione di Shu a quelle parole di Lumina. Parole così dolci e cariche di affetto. Parole di cui aveva bisogno. E non solo per la dolcezza che presentavano. Ma perché lo aiutarono a trovare almeno una parte della soluzione ai suoi problemi: qualunque strada alla fine andava bene, finchè l’obiettivo rimaneva lo stesso. Lacrime solitarie scesero sulla spalla di Lumina, mentre tutto per Shu scompariva. Le preoccupazioni. Gli incubi. La vergogna per aver nascosto i suoi problemi alla persona più importante della sua vita. Esistevano solo lui. Lumina. E la luce lunare che dalla finestra illuminava il loro affetto. “Ti amo. E ti amerò per sempre. In ogni universo e ogni circostanza” – Shu Yvonne, alla sua fidanzata Lumina
“Forse devo smetterla di prenderti per il verso sbagliato, Kirby. A forza di provocarti per farti tirare fuori tutto quello che hai ci ho quasi lasciato le penne. O meglio, gli aculei…”. Scherzò con tono sicuro e adrelanilico, facendosi vibrare con le dita uno dei vari spuntoni della sua testa. Arrivò fino a terra, senza togliere lo sguardo dal suo avversario”… Però, questo non vuol dire che tu abbia vinto. O che io intendo arrendermi. La resa non è una parola che fa parte del mio vocabolario e sono sicuro nemmeno del tuo! Perciò continuiamo fino alla fine! Continua a farmi vedere di cosa sei capace e se sei in grado di tenere il ritmo con gli eroi di questo mondo!” – Sonic il Riccio (in forma Super) mentre affronta Kirby
“Non fa nulla ,tranquilla…” Disse ad Akemi, avvolgendo una delle sue braccia attorno alle sue spalle in un mezzo abbraccio, con un sorriso caritatevole in fronte. Poi, a sorpresa, fece una cosa che nemmeno Noir gli aveva mai visto fare fino a quel momento. O meglio, più che visto… Sentito. Cantò. – Kanata (e nell’immagine la sua androide/Magus Noir) che conforta una sua amica dopo che questa gli ha tirato una testata in preda all’ira.
Di più. Doveva fare di più. Questo pensiero era un chiodo fisso nella mente di Midoriya, madido di sudore e con il fiatone, ma non pago dei suoi allenamenti. Era dall’incidente nel negozio di vestiti con Uraraka e Sans che il giovane eroe giapponese non faceva altro che allenarsi, ancora e ancora. Nella sua mente era probabilmente l’unica cosa da fare dopo quello che era accaduto. Doveva essere più attento e rapido. Avrebbe dovuto neutralizzare il Villain invece che farsi prendere dal fumo e… {Concentrati Izuku. Avanti, ancora una volta una volta}. Si ripetè nella mente, dandosi degli schiaffetti sulla guance, prima di ritornare concentrato sul suo obiettivo: gli alberi. Un fitto gruppo di abeti che già da un’ora stava provando a driblare senza fermarsi o schiantarsi, allenando un nuovo Quirk: il Gearshift. – Izuku Midoriya, aka Deku, mentre si autoimpone con determinazione di insistere nei suoi allenamenti.
Non aveva tutti i torti. Tutta la sua vita era una follia. Dalla scoperta di essere il nipote del grande Flash all’essere diventato Kid Flash, essere stato il Dottor Fato ed essere entrato nella squadra. Fino ad aver sconfitto la Justice League quando Savage e Klarion lì avevano presi mentalmente sotto scacco, essersi messo con Artemis e… Beh, essere arrivato in quello strano universo…. Già, Artemis. La donna che amava e che per aver rimesso la tuta gialla aveva praticamente abbandonato e per cui doveva tornare. “Beh, mi sa che Kid Flash è davvero lontano dalla pensione.” – Wally West, aka Kid Flash, dopo aver parlato con suo zio Barry Allen, Flash.
Silenziosa, Leviathan girò la testa verso Ymir con le braccia incrociate dietro la schiena. Incontrò il suo sguardo con fare curioso e studioso. E percepì dietro la follia la gravezza di quelle parole. La logica dietro di esse, ricordandogli sotto un certo punto di vista Metal Sonic. Cos’era però la logica senza l’emotività accanto? L’affetto? L’affezzionarsi? Era come… Come si chiama… Quel filosofo greco e la sua dottrina degli opposti. “Nulla dura per sempre Stellina. Anche uno spirito informatico come me lo sa. Ma è per questo che ci si affeziona alle cose, perchè si sa che non possono durare per sempre. Non vuol dire essere sciocchi però. Vuol dire semplicemente vivere” – Fairy Leviathan ,mentre parla con l’essere del Caos Ymir.
“Eheheh… Siete divertenti. È stato divertente. Ma credo sia il momento di parlare di affari. Farò in modo di rendere la vostra morte rapida. Almeno per due di voi. Il terzo mi aiuterà a trovare il luogo da cui venite e renderlo un altro mondo di pace come il mio!”. La sagoma di X divenne tutta bianca per qualche secondo, come se fosse diventata luce. Poi, da essa si generò un’armatura, abbastanza sfarzosa per la gioia di Nathaniel. Bianca, nera ed oro. Con delle ali da angelo sul casco, sulla schiena e sul braccio destro, trasformato nel suo X-Buster. Quello era il boss finale. Il vero potere di X, l’eroe di Neo Arcadia. – Copy X,il boss finale del mio primo Dungeon, a tema Mega Man Zero. Questo Dungeon fu parte di un evento su più vasta scala, a tema multiverso.